Sabato 5 Aprile. "Fuori dal Comune" 

E’ stata veramente una giornata speciale, che mi ha fatto ricordare
quanta energia, voglia e forza siamo capaci di esprimere quando stiamo
in compagnia, soprattutto in "cattiva" compagnia!

Quindi scusate da subito per questo post da quindicenne, pieno di gioia, allegria, energia, che di questi tempi sono scambiate a kili d’oro, prodotti rari in un’economia di tristezza e rigore.

Scusate ancora se ho lasciato per una volta a margine la politica, che pure è per me e per tanti così importante, che riesce anche, come in questo caso, a tirare fuori questa energia, nonostante i formalismi, lo sconforto delle "sconfitte", la tristezza delle lotte intestine, la rabbia per tutto quello che siamo costretti a subire quotidianamente.

Ma in fondo è proprio questa forza, questa energia che ci viene dal non essere soli nel nostro cammino ad essere la base di qualsiasi azione di trasformazione.

   

Come annunciato, ci siamo ritrovati insieme ai ragazzi (giovani e meno giovani) dei centri sociali: Xm24, Vag, Crash!, Tpo…un po’ tutti erano presenti.

Abbiamo riempito quell’angolo di centro che è P.za Re Enzo per tutta la sera, non chiedetemi quante persone: è inutile in questo caso fare i conti sul desiderio di stare insieme, sul bisogno di parlare con uno sconosciuto o, semplicemente, sulla fame che sale sempre quanto siamo davanti a un qualsiasi piatto preparato con amore.

Ma per gli amanti dei numeri, ecco la lista di quanto si è mangiato quella sera:

– 7 Kg di pizzette al forno***

– 10 Kg di pasta diversamente assortita***

– una decina di chili di verdure bollite, tritate, oliate (e sotto-oliate)…maneggiate con cura***

– tanto pane casalingo (gli organizzatori sostengono che qualcuno se lo sia persino portato da casa!)***

– due pentoloni mooolto grandi di minestrone di verdure cucinati al momento (il tempo, si sa, è relativo e inversamente proporzionale alla potenza del fornello)***

– 4-5 pomodori stile "San Marzano", per digerire (questa è per gli intenditori: remember 2 Giugno di due anni fa?)***

– per quanto riguarda il bere, è successa una cosa strana (qualcuno grida al miracolo, ma di sti tempi si fa fatica a crederci ancora dopo aver visto gli unti dal signore corrompere e gli unti dall’olio del fritto delirare sulle cellule che sono vita!)

***[La Questura, come al solito, dimezza tutte le cifre fornite dagli organizzatori, e nota che "In particolare per quanto riguarda il pane, è assolutamente doveroso precisare l’incorretezza di quanto annunciato dai promotori dell’iniziativa: non di pane, ma bensì di economicissima crusca fatta in casa si tratta perchè, si sa,"Il Diavolo fa scambiare la crusca per il pane"]

Questa volta più degli slogan, dei fantosiosi striscioni (sebbene "Meglio un passato di verdura…che un futuro di merda!" abbiamo riscosso un grande successo!), dei testi delle migliaia di volantini passati di mano in mano, questa volta hanno comunicato le persone.

Corpi scatenati nella danza, intenti a scacciare i neri presagi (la Digos?!) di pioggia che, di fronte all’enorme energia mostrata, ha deciso questa volta di restare al suo posto.

Bocche veloci e maleducate, che, incuranti delle buone maniere, continuavano a parlare, scherzare, cantare, urlare benchè fossero piene.

Occhi avvinazzati si sono cercati, rincorsi, trovati e per molti istanti si sono a vicenda goduti, sorridendosi in cinese quando le bocche hanno perso la capacità di parlare qualsiasi lingua di qualsiasi Paese.

Ma più di tutto era il respiro a dettare il ritmo del ballo e soprattutto del vino. Un respiro comune a centinaia di persone ritrovatesi a squarciare con la loro voglia ed energia la pesantezza del lavoro, i carichi di studio e lo sforzo di sopravvivenza quotidiana.

Abbiamo cospirato.

Si, dobbiamo dirlo, qui, davanti a tutti.

Siamo stati sovversivi.

Sovversivi del clima di paura instaurato a forza di ordinanze e lotte al degrado.

Sovversivi dei desideri repressi da leggi morali scritte da cardinali e applicate da sanguinari.

Sovversivi della garrota mentale che fa chinare la testa, le mani in tasca, stretto il pugno e cammina, di fronte alle ingiustizie, alle sopraffazioni ai diritti negati quotidianamente, alle minacce di un ordine brutale che ci scaglia contro crisi economica e polizia, o benessere e consulenti finanziari a fasi alterne, a seconda delle oppurnità del momento (e in questo momento, l’attacco ai diritti, se era possibile, è diventato scontro frontale a causa della "cuccagna elettorale").

Se non c’eravate, ve lo siete perso.

Se c’eravate e non lo ricordate proprio così, le strade sono due: o vi siete talmente inebriati da raggiungere l’oblio, oppure non eravate DAVVERO lì!


Per concludere il resoconto della giornata, volevo segnalare un evento successo a poche centinaia di metri di distanza da P.za Re Enzo, magicamente e incredibilmente "a tema" sebbene non fosse in alcun modo ufficialmente collegato.

Autonomamente da tutto e da tutti, un gruppo di ragazzi, coinquilini ed amici ha preso sedie, tavoli cibarie varie e l’immancabile vinaccia e ha deciso di consumare una cena in uno scenario tanto suggestivo quanto impensabile:il Portico dei Servi di Maria (a pochi passi dal luogo fisico dove risiede l’Aula C, in Strada Maggiore).

Da voci della strada, la motivazione: "Non c’era posto in casa per tutti. Così ci siamo detti: andiamo in piazza! In fondo la piazza è luogo di tutti, e noi di certo non avremmo scacciato che avesse voluto unirsi a noi".

In poche decine di minuti i sette-otto commensali erano diventati 40 persone (s)conosciuto e felici di festeggiare insieme in un luogo fattosi collettivo e solidale.

Per dovere di cronaca, le voci di vicoletto fanno sapere che dopo circa un’oretta 4 pattuglie della Polizia si sono recate sul posto e, coadiuvate dai Carabinieri del comando che ha sede proprio in Portico dei Servi, hanno intimato ai liberi baccanti di levare le tende o sarebbero intervenuti con i rinforzi.

I ragazzi se ne sono andati, ma qualcuno ha proposto di rivedersi tutt* nello stesso luogo la settimana prossima per replicare la cena (che in fondo era più che ben riuscita).

Il vino lo porta lui…