GE 01 - DIAZ: Sotto gli occhi di tutti!MARTEDÌ 9 DICEMBRE ORE 16

@AULA C – Strada Maggiore 45




AULA C e SUPPORTOLEGALE presenta
no:



GE 01 – DIAZ: SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI




interverranno:


Sara Busoli (avv.ssa Genoa Legal Forum)

– Mina (SupportoLegale)


– un attivista di Indymedia




di seguito il testo del volantino.

 

 


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Genova 2001 – Scuola Diaz: i tribunali assolvono i crimini della
polizia, la verità viene calpestata, la giustizi è morta (se c’è mai
stata)

7 anni fa 300.000 persone scesero nelle strade contro il G8.
Un movimento grande, multiforme, denso di lotte, azioni e pratiche
differenti.
Lo Stato italiano rispose con respressione e violenza: caricando,
arrestando, sparando, torturando, massacrando.
Uccidendo Carlo Giuliani.

 

GE 01 - DIAZ: Sotto gli occhi di tutti!
Giovedì 13 novembre 2008 si è concluso l’ultimo dei tre grandi processi
di primo grado per gli eventi legati alle proteste contro il G8 del
luglio
2001 a Genova.
Il processo a 29 funzionari di polizia per l’irruzione alla scuola Diaz
che terminò con 93 persone arrestate illegalmente e 61 di queste ferite gravemente si è concluso con una sentenza esemplare: sedici assoluzioni
e tredici condanne.
Il tribunale ha deciso di condannare solo gli operativi e di assolvere a pieno titolo chi ha pianificato un’operazione vendicativa e meschina.
Di assolvere le menti che per giustificare una carneficina hanno deciso
di piazzare due bombe molotov recuperate nel pomeriggio tra gli oggetti rinvenuti, di
mentire circa l’accoltellamento di un agente, di coprirsi l’uno con l’altro raccontando incredibili resistenze da parte degli occupanti della scuola e saccheggiando il media center che vi si trovava di fronte.
La ciliegina sulla torta del presidente Barone e delle sue due giudici
a latere Maggio e Deloprete: alle vittime di quella notte va qualche
spicciolo, tanto perché nessuno si lamenti di essere stato tagliato fuori da una immaginaria torta.

Alla lettura della sentenza nessuno di noi si è meravigliato.
Non siamo delusi, non siamo tristi, né pensiamo alcuno dovrebbe
esserlo.
Siamo solo furiosi.

Non abbiamo mai creduto che la giustizia fosse veramente "uguale per tutti", non abbiamo mai creduto che chi esercita il potere avrebbe
ammesso di essere giudicato, di essere messo in discussione.
Ma il dileggio con cui è stata confezionata questa sentenza parla da sé: l’amnistia per la polizia è la seconda parte di quell’operazione
vendicativa e meschina che ha portato alla Diaz.
E’ il secondo tempo della vendetta per la frustrazione e il terrore che
lo Stato e i suoi apparati hanno provato in quei giorni di rivolta. 
Non ce l’hanno mai perdonata e non ce la perdoneranno.
La sentenza che chiude questo ciclo di processi di primo grado dovrebbe
essere una lezione di storia, e forse grazie ad essa restituiremo la dignità a
una vicenda che ne ha avuta molto poca, perché molti oltre a noi si accorgeranno di qualcosa che è la base di quanto è successo a Genova in
quei giorni.
Esiste una posizione per cui parteggiare: quella degli insofferenti,
quella dei subalterni, degli sfruttati, dei deboli, di coloro che
lottano per un mondo migliore e più equo.
Ed esiste un’altra posizione, quella di chi comanda ed esegue, di chi
tortura e vìola, dei forti con i deboli e dei deboli con i forti,
quella di chi esercita il potere e lo coltiva.

Nella vita bisogna scegliere.
Noi lo abbiamo fatto, oliando meccanismi di memoria che altrimenti
avrebbero condannato all’oblìo una pagina nera della storia italiana e
internazionale.
Noi lo facciamo tutti i giorni.
Non abbiamo rimorsi e non abbiamo rimpianti per quanto è avvenuto.
Solo rabbia. E non siamo i soli.
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