AULA C SOTTO SEQUESTRO! PIOVONO POLPETTE!
Il mondo non ci appartiene, se ha un padrone e questo padrone è tanto stupido da desiderarlo, così come si trova, che se lo prenda, che cominci a contare le rovine al posto dei palazzi, i cimiteri al posto delle città, il fango a posto dei fiumi, la melma infetta al posto dei mari. Il più grande spettacolo illusionistico del mondo non ci incanta più.
Ad un mese di distanza dalla sentenza che dava il via libera per la definitiva chiusura dell’aula c, questa mattina davanti al portone più fotografato dell’anno abbiamo trovato i sigilli di sequestro. Guarda caso dopo 4 giorni di tartassamento mediatico da parte del Resto del Carlino riguardo alla sentenza che rigettava la richiesta di sorveglianza speciale per 3 compagni. Altra piccola coincidenza, la concomitanza con l’udienza per resistenza e occupazione a carico di un altro compagno per lo sgombero dell’occupazione abitativa Mannaia, in Bolognina.
Come ogni grande evento che si rispetti, il tutto è stato spettacolarizzato da giornalisti, sempre pronti come sciacalli sulle carogne, che all’alba si sono presentati a immortalare la loro grande vittoria: dopo tanto inchiostro sprecato finalmente il covo di tutti i problemi della bella e grassa Bologna è stato eliminato. Al Resto del Carlino che chiedeva la ghigliottina o l’impiccagione in piazza, un contentino bisognava pur darlo. E ci chiediamo… ora cosa si inventeranno per vendere le loro cagate visto che per anni hanno fatto dell’Aula C il mostro da sbattere in prima pagina e la loro primaria fonte di vendite? Forse una cellula dell’Isis nascosta nel bagno di qualche altra facoltà…
Al loro fianco gli impavidi scudieri, anche noti come digos, godevano dei frutti del loro infame lavoro: erano 25 anni che quell’aula esisteva e che veniva attraversata da idee, contro-informazione, socialità libera dalle logiche di profitto, senza possibilità di compromessi con la questura e chi per loro. Ora sperano che con un colpo di spugna tutto ciò possa sparire, dietro alla triste immagine di una porta chiusa e sigillata.
Sia chiaro non è solo “merito” loro… L’azienda Alma Mater Studiorum dal canto suo, con Dionigi in testa, ha colto l’occasione per sbarazzarsi del nemico interno. Ciò non ci stupisce. Per questa macchina mangia-soldi che vede tra i propri finanziatori guerrafondai come Finmeccanica, devastatori come Eni e che ha come primario obiettivo la formazione della più indottrinata e mite manovalanza di mercato, l’eliminazione della critica (non costruttiva, sia chiaro) e del conflitto è evidentemente una necessità.
Com’è una necessità che l’università non resti esclusa dal processo di gentrificazione e riqualificazione del centro e della città intera, anzi il suo apporto è fondamentale. I muri puliti, le aule agli studenti democratici, la festa e la socialità solo se ben pagate ed entro gli orari stabiliti, la Bolognina cantiere, le telecamere anche nei cessi di casa, i presidi fissi della sbirraglia varia, i fermi random. Questo è il mondo che costruiscono per noi e provano a rifilarci come il miglior mondo possibile, e per chi non dice “grazie”, evidentemente non deve esserci posto.
C’è stato poi chi ne ha fatto una “questione di democrazia”, sostenendo che il problema vero fosse che quell’aula era stata sottratta alla libera circolazione degli studenti con la prepotenza e l’illegalità. Ora che la Democrazia ha fatto il suo corso, per mano di tribunali e polizia, e quell’aula è stata definitivamente e legalmente chiusa, siamo certi che lorsignori dormiranno sonni più sereni.
Ci possono togliere un’aula, possono denunciarci, processarci, condannarci, dipingerci come mostri; hanno tutti i mezzi necessari per farlo: i media e i loro pennivendoli, i soldi, i burattini al loro servizio con caschi e manganelli. La tensione che ci spinge ad opporci a questo esistente non potrà mai essere estirpata. Ci riverseremo per le strade, nelle piazze ed in ogni altra stanza che troveremo nel nostro tragitto.
Se pensate che Bologna oggi sia un posto migliore, beh, godetevela! Noi continueremo a ballare sulle vostre scintillanti e democratiche macerie. Vaffanculo!