Ci siamo abituati a pensare all’esistenza ed alla produzione attraverso
l’immaginario della società industriale e post-industriale che ci
circonda. Le nostre il vite, il nostro rapporto con il pianeta sono
segnate da una serie continua di mediazioni tecnologiche e produttive, che
spesso ci fa dimenticare che milioni di donne e uomini vivono e
sopravvivono lavorando la terra.
Il capitalismo, il sistema in cui viviamo, ha bisogno di espandere
continuamente la sua base materiale, d’includere sempre più pezzi di terra
e di vita stessa nel circuito dello scambio e dello sfruttamento.
Comunità che spesso si trovano a vivere le stesse forme di sfruttamento
feudale che noi associamo ad un passato recente. Forme di dominio e
sfruttamento che sopravvivono e interagiscono con le nuove dinamiche del
capitalismo globalizzato.
A queste nuove forme di oppressione postmoderna le comunità che le
subiscono rispondono, creando forme di resistenza che, superando quello
che siamo abituati a pensare come ‘vecchio’ e ‘nuovo’, sono un urlo per
dignità e autodeterminazione per tutti i dannati della terra del terzo
millennio.
Presentiamo due giorni di informazione sulle lotte di comunità resistenti
in India e Messico, sulle forme di dominio e resistenza e su come questo
si riflette sulla nostra realtà quotidiana.
MERCOLEDÌ 22 APRILE
Ore13- Pranzo sociale, porta quello che vorresti trovare.
Ore15-Presentazione de "I sentieri dei semi: tra dispositivo di potere e
autonomia’, con l’autrice Maddalena: uno studio condotto fra i contadini
del Beej Bachao, un movimento che nell’India himalayana lotta per
difendere i propri semi tradizionali e la propria stessa esistenzaa
dall’imposizione di un enorme progetto di riforma e di dominio chiamato
rivoluzione verde. Nella stessa zona una ONG chiamata Navdanya gestita da
Vandana Shiva, sceglie in modi completamente differenti di fare un
discorso sulle stesse tematiche. Quali le differenze tra queste due forme
di resistenza?
GIOVEDÌ 23 APRILE
Ore15- Presentazione del progetto COORDINADORA, rete di realtà italiane
che portano avanti progetti di solidarietà dal basso con le comunità
autonome del Chiapas: "Coordinadora vuole diventare uno strumento per la
condivisione dei metodi di lavoro e delle esperienze caratterizzanti i
diversi partecipanti, sia in Chiapas che nella propria realtà locale.
Coordinadora può essere un esempio di coordinamento pratico delle azioni,
sul nostro territorio e in Chiapas, di soggetti che mantengono una
completa autonomia e libertà d’azione. Coordinadora è aperta a tutti
coloro che condividono la lotta per la libertà, l’affermazione dei
principi base dello zapatismo, l’autogestione e l’indipendenza dalle
strutture di potere"
(www.coordinadora.it)