Riprende l’Anti-Rassegna dopo un mese in cui tra gozzivigli pasqualeschi ed esposizioni di tesi di carne ne stiamo mettendo al fuoco!
Venerdì 11 Aprile, come sempre in Aula C verso le 17, un momento di relax prima della primavera (tanto attesa!) che si annuncia di lotta antifascista!
OLDBOY di
Chan-Wook Park (2003)
“Ridi, e tutto il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo”.
Oh Dae-su, businessman di Seul, viene rapito e rinchiuso in una stanza da letto per quindici anni, ignaro di chi sia il suo carceriere e del motivo che lo ha spinto a tanto odio nei suoi confronti. Uscito dalla straziante prigionia subita, forgiato da quindici anni di aggressività repressa, deumanizzazione, isolamento, sete di vendetta e bruciante curiosità, non faticherà a rintracciare il suo aguzzino perché sarà proprio lui a farsi trovare, ribaltando i termini del loro rapporto e divenendo egli stesso da inseguito inseguitore, pedinando Dae-su mentre egli tenta in tutti i modi di scoprire una verità sempre più contorta.
Dopo aver vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2004, Oldboy è balzato alle cronache per alcune memorabili scene di violenza e tortura che hanno scioccato il pubblico di mezzo mondo. Ma la potenza visiva e filmica di Oldboy non è data dal mero contenuto di ciò che viene messo in scena, bensì dalla profondità umana dei personaggi e dalla capacità di metterne a nudo il cuore. E’ un film che parla di vendetta bilanciando magistralmente humor nero, violenza, dramma e blitz emozionali di ogni tipo. E’ a suo modo una riflessione sulla punizione, la colpa, l’espiazione, il senso di giustizia e il destino.
L’accurata interazione tra i personaggi fa emergere l’idea di vendetta come una droga che si impossessa del corpo e obnubila la mente. Il bisogno istintivo di vendicarsi del proprio aggressore crea un circolo vizioso di assuefazione, e Oldboy ritrae questa dipendenza nel modo più cinematograficamente elegante e penetrante possibile.
La delicata bellezza di Oldboy non è infatti in contrapposizione all’estrema crudezza delle immagini, bensì l’emanazione diretta della sua soffocante angoscia. Come un fiore annaffiato col sangue.
VENERDI’ PROSSIMO _18 APRILE_ ANTIRASSEGNA PRESENTA:
DELICATESSEN – Regia di Caro/Jeunet, 1991