Per una primavera antifascista – Anche le foglie si tinsero di rosso

PRIMAVERA ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA

Tutti i colori della lotta (tranne il nero che sullo sfondo del blog non si vede…:-P
e NO! NON E’ UN RICHIAMO ALLA SINISTRA ARCOBALENO! è solo che mi piaceva colorato!)

– Domenica-20-Aprile: Piazza dell’Unità H 11

GIORNATA PER LA LIBERTA’ E I DIRITTI DEI MIGRANTI

musica-festa-interventi-infopoint

– Martedì-22-APRILE: Aula C – Strada Maggiore 45 – H 16

Incontro informativo sulla campagna internazionale
NO AL CAMPO FASCISTA!

Saranno presenti compagni e compagne del CWI, promotrici della campagna di boicotaggio al "campo di azione" di Forza Nuova a Cipro.

-Mercoledì-23-aprile: Sala dello Zodiaco via Zamboni 13 – H 21

CONVEGNO ANTIFASCISTA: "IL DELIRIO RAZZISTA"

intervengono: Nicolini (quadro storico) – Varengo (circolo anarchico "C.Berneri" )

– Raspanti (esponente di Antigitanismo) – Leonelli ("Foucault e il razzismo di
stato" )

– Muselosi (leggi razziali) – Perilli (sessismo e razzismo)

Cordinamento Migranti Bologna – Ass. Antifascista Permanente

– Giovedì-24-aprile presso il Mercato di via Albani


Banchetto informativo per denunciare l’offensiva delle
nuove destre

XM24 h 19

"Verità per Aldo"

serata antiproibizionista
contro l’attuale legge fascista fini-giovanardi sulle droghe

– Venerdì-25-aprile

GIORNATA DELLE RESISTENZE POPOLARI

+++RESTA IN MOVIMENTO, PORTATI LA BICI!+++
Presidi di comunicazione Antifascista

H13.00 PORTA LAME
H14.30 PORTA GALLIERA
H16.00 PIAZZA DELL’UNITA’

infopoint – musica – interventi

– Sabato-26-aprile
Castello di Bentivoglio (BO)

Dalle ore 21:
Serata di canti delle resistenze

***Sarà inoltre presente in ogni iniziativa un banchetto dell’Associazione
di Mutuo Soccorso per il Diritto di Espressione
per raccogliere fondi
per i compagni di Milano
coinvolti nei fatti dell’ospedale San Paolo la
sera dell’omicidio di Dax***
Promuovono:

Assemblea Antifascista PermanenteXM24Vag61– Coordinamento Migranti BolognaANPI Bolognina
Aula C AutogestitaCollettivo SPA– Circolo Iqbal MasihCircolo BerneriMovimento AntiproCiclofficina Ampioraggio

Contro il “Degrado” scateniamo la grandine!

Sono le 2.30.Circa.

Gli orologi, si sa, sono un capo di abbigliamento. Ognuno lo porta a modo suo. Ognuno decide il proprio tempo (io ad esempio, sono 5 minuti indietro, a prescindere!).

In piazza V., pieno centro di B. si attardano i giovani in cerca di un sollievo dalle fatiche Pasquali.

Tra le chiacchiere amichevoli, musica, qualche birra e un amaro (ce lo metto io!), il bar rimane aperto per dare la possibilità a tutt* di consumare il loro vino quotidiano (e poichè come insegna il Santo, i Buoni vengono sempre ricompensati, ovviamente per tirare su molta carta che non puzza).

Arriva una volante della Polizia. Un centinaio di teste si gira a guardare gli Agenti Dell’Ordine Costituito che scendono dalla loro macchina e spariscono all’interno del locale.

Poi si rigirano, e il brusio di voci riprende. Apparentemente come se nulla fosse accaduto. 

Pochi secondi e la musica si zittisce. Pochi secondi sono bastati per Riportare L’Ordine.

Dove volano gli avvoltoi (del capitale)

Pubblichiamo questa interessante riflessione sulla situazione del Tibet e in generale sul governo delle minoranze:

tratto da: www.infoaut.org 

 

|14/15/16 marzo 2008| Le cronache politiche degli ultimi giorni hanno visto un concentrarsi dell’attenzione mondiale sugli altipiani tibetani. I media occidentali hanno dedicato ampio spazio alla ribellione delle popolazioni autoctone e alla conseguente repressione dei loro moti di protesta ad opera del governo centrale sotto la guida del Pcc.

L’entità degli scontri e l’estensione della rivolta sono chiari indici del peso politico e internazionale dell’attuale crisi tibetana. Come tutto quello che accade nel pianeta-Cina, le notizie sono frammentarie e sottoposte a una forte censura. Il governo centrale inizia ad ammettere un certo numero di morti ma è scontro sull’esatta entità della repressione.

Un quadro complesso

Alcuni elementi concorrono però a complessificare il quadro della semplificatoria narrazione dei "nostri" media, oltre la fabula del "lupo cattivo cinese e del cappuccetto rosso tibetano" (senza nulla togliere al diritto all’autodeterminazione del popolo tibetano e la gravità della repressione militare).
Gli scontri partono subito dopo il tentativo da parte cinese di impedire lo svolgimento di una pacifica marcia di monaci in direzione Pechino per utilizzare politicamente la vetrina offerta alla causa tibetana dall’attuale edizione delle Olimpiadi.
Le forme della protesta sono subito molto radicali e assumono tendenze che ricordano molto da vicino i riots metropolitani dove si sovrappongono le linee della classe e del colore.
Fin dall’invasione il governo centrale cinese ha proceduto ad una politica di sinizzazione (dell’etnia Han) a danno degli autoctoni. Gli effetti della politica di popolamento hanno però subito drastiche accelerazioni negli ultimi 15 anni di politica economica improntata allo sviluppo capitalistico a grandi tappe: costruzione di interi quartieri a maggioranza cinese, ineguale sviluppo economico-sociale tra le 2 etnie, grandi opere infrastruturali, modernizzazione urbanistica, disequilibrio demografico.
A questo livello la vecchia questione nazionale incontra gli esiti non controllabili dello sviluppo capitalistico e della modernità in salsa cinese.
Attestare un’analisi al solo livello "politico-culturale" non basta.
I giovani sono il motore della rivolta e rinnegano ampiamente i metodi non-violenti del loro capo spirituale. Le dichiarazioni del Dalai Lama rendono evidente la difficoltà di gestione politica di una protesta che eccede il protocollo del pacifismo lamaista.