Sicurezza?Parliamone!


ECCO LO STATO PENALE: TI SENTI PIÙ SICURO?


 

Da tempo si sta assistendo al rafforzamento generalizzato del settore penale degli stati, che contempla l’accrescimento dei sistemi di controllo e di incarcerazione, e la criminalizzazione insistente di alcune fasce della popolazione, spesso quelle più marginali. Secondo alcuni, tali trasformazioni risponderebbe al venir meno del precedente criterio di legittimazione statale, che era basato più propriamente sulla qualificazione sociale dello Stato. Tuttavia, le trasformazioni da cui sono investiti oggi gli Stati "occidentali" non sono esclusivamente la risposta ad una corrosione delle basi sociali su cui la legittimità dello Stato si reggeva; ovvero, non è solo questo, ma lo è in parte.

Appello internazionale contro il campo di Forza Nuova

Appello internazionale
No al campo fascista internazionale nell’isola di Cipro!

Nell’ottobre scorso, dopo una riunione a Milano, gli estremisti di destra del NPD (Germania) e di Forza Nuova (Italia) hanno annunciato che d’ora in poi opereranno sempre insieme e hanno già progettato un certo numero di attività comuni.

Fra queste attività progettano di allestire un campo di addestramento a Cipro per questa prossima estate, in collaborazione col partito neofascista greco "Hirsi Avgi" ("L’Alba d’Oro" ). Il campo avrà come scopo «la formazione ideologica e fisica dei giovani» e sarà presentato come «protesta a favore dei diritti dei greci ciprioti che sono stati cacciati dalla propria terra» e come «reazione all’occupazione del 40% dell’isola per l’invasione turca sul suolo Europeo…».

Come Forza Nuova e il NPD tedesco, anche "Hirsi Avgi" è un’organizzazione dichiaratamente fascista, che ha sostenuto la Giunta militare dei Colonnelli e in anni recenti ha esteso il suo campo d’azione anche all’isola di Cipro.

Si tratta di un gruppo che non esita a far ricorso alla violenza: il suo leader (Nikolaos Michaloliakos) ha subito due condanne per aver collocato una bomba in un cinema di Atene; il tesoriere ha subito una condanna per rapina a mano armata; un altro esponente di spicco del partito è stato condannato a 21 anni di prigione per l’omicido di Dimitris Kousouris, studente di sinistra attivo nel sindacato. "Hirsi Avgi" è per altro responsabile di numerose altre violenze, aggressioni, omicidi, attacchi incendiari ai campi di rifugiati. Dopo le ultime elezione politiche a Cipro, che hanno visto trionfare il partito comunista, "Hirsi Avgi" è scesa in piazza armata di pietre e spranghe d’acciaio assalendo civili, bruciando automobili e provocando notevoli danni materiali nelle città di Nicosia, Limassol e Larnaca.

Del resto, anche in Italia i militanti di Forza Nuova si sono distinti negli ultimi anni per gravi atti di intimidazione, razzismo, omofobia, violenza: assalti a sedi politiche, aggressioni, pestaggi, accoltellamenti (per un resoconto il più esauriente possibile di tali fatti, si rimanda a http://isole.ecn.org/antifa/). Le aggressioni neofasciste spesso oscurate o minimizzate dai media, il tentativo di radicamento dei fascisti sul territorio, lo squadrismo organizzato con finalità xenofobe e omofobe sono fenomeni preoccupanti in sé, ma impongono oggi anche di denunciare e contrastare gli "scambi di esperienze" tra neonazismi europei.

Già nel 2005 alcune formazioni neofasciste europee avevano cercato di organizzare a Cipro un campo d’addestramento, ma un’ampia campagna antifascista (promossa dall’organizzazione "Xekinima – Socialist Internationalist Organisation" ) era riuscita a far annullare questo progetto, grazie al coinvolgimento di tutte le organizzazioni della sinistra greca e a un forte sostegno internazionale. E in questi ultimi anni "Xekinima – Socialist Internationalist Organisation" ha continuato a portare avanti a Cipro campagne contro il razzismo e per i diritti delle minoranze kurde cipriote.

Visto che l’isola di Cipro rimane isolata, i compagni greci e ciprioti lanciano un appello di solidarietà e chiedono, dove è possibile, in Germania e in Italia, di promuovere campagne d’opinione contro questo campo neonazista.

Chiediamo pertanto a tutte le persone e le organizzazioni che hanno a cuore i valori dell’antifascismo di aderire pubblicamente a questo appello. Riteniamo che la solidarietà internazionale non solo sia un efficace strumento di lotta antifascista, ma anche il segno che un mondo diverso e più giusto è ancora possibile.

Vi invitiamo a inviare adesioni o richieste d’informazioni a: lottacwi@hotmail.it

Cancelliamo il Campo di Addestramento di Forza Nuova a Cipro!

Copio-incollo da Indymedia Emilia-Romagna, anche se quest’iniziativa la ospitiamo noi…evidentemente qualcuno è stato più rapido, bella!

Bologna, Martedì 22 Aprile c/o Aula C Autogestita, Strada Maggiore 45

Incontro informativo sulla campagna internazionale:
NO AL CAMPO FASCISTA!

Campagna Internazionale

In ottobre, dopo una riunione a Milano, i neo-Nazisti del NPD
(Germania) e Forza Nuova, hanno annunciato che opereranno sempre
insieme e hanno già progettato un certo numero di attività comuni.

Fra queste attività progettano di allestire un campo di
addestramento a Cipro per l’estate prossima. La cosa era già stata
annunciata sul sito ufficiale di Forza Nuova, ma a questo proposito
abbiamo scoperto più informazioni attraverso un articolo in un giornale
cipriota. Inoltre è stato pubblicato anche un articolo su un giornale
dell’estrema destra greca.

Il campo avrà come scopo “la formazione ideologica e fisica dei
giovani” e sarà presentato come “protesta a favore dei diritti dei
greci ciprioti che sono stati cacciati dalla propria terra” e come
“reazione all’occupazione del 40% dell’isola per l’invasione turca sul
suolo Europeo…”.

La panza che avanza…anche questa è militanza!

Sabato 5 Aprile. "Fuori dal Comune" 

E’ stata veramente una giornata speciale, che mi ha fatto ricordare
quanta energia, voglia e forza siamo capaci di esprimere quando stiamo
in compagnia, soprattutto in "cattiva" compagnia!

Quindi scusate da subito per questo post da quindicenne, pieno di gioia, allegria, energia, che di questi tempi sono scambiate a kili d’oro, prodotti rari in un’economia di tristezza e rigore.

Scusate ancora se ho lasciato per una volta a margine la politica, che pure è per me e per tanti così importante, che riesce anche, come in questo caso, a tirare fuori questa energia, nonostante i formalismi, lo sconforto delle "sconfitte", la tristezza delle lotte intestine, la rabbia per tutto quello che siamo costretti a subire quotidianamente.

Ma in fondo è proprio questa forza, questa energia che ci viene dal non essere soli nel nostro cammino ad essere la base di qualsiasi azione di trasformazione.

   

Come annunciato, ci siamo ritrovati insieme ai ragazzi (giovani e meno giovani) dei centri sociali: Xm24, Vag, Crash!, Tpo…un po’ tutti erano presenti.

Lo sforzo paga: Alma Water Studiorum – Atto III


 

Contro/esposizioni di tesi

 

Questo progetto nasce all’interno del Collettivo SPA, lungo un percorso di critica al sistema universitario, al contenuto del sapere che viene insegnato.Ma soprattuto è una critica verso i metodi, verso la pedagogia universitaria, la sua unidirezionalità di comunicazione, verso la non interazione con gli studenti, verso il suo evitare ripetutamente momenti di confronto, di rielaborazione del sapere da parte di chi lo studia e quindi in sostanza di partecipazione attiva alla costruzione stessa del sapere, della memoria collettiva.
La gestione dall’alto dei piani di studio, una didattica basata essenzialmente sulla lezione frontale del docente
e sulla ricezione passiva dello studente; la somministrazione di pacchetti di nozioni frammentate e
deproblematizzate, l’esame finale come potere di certificazione dell’accettazione acritica del contenuto delle
lezioni, sono parte centrale di quel processo di esproprio e strumentalizzazione della conoscenza e delle abilità
cognitive degli studenti che fanno dell’università un’istituzione orientata alla riproduzione e alla legittimazione
dei processi di dominio ed alienazione che governano la società.


La critica politica di tale stato di cose deve vedere nella messa in discussione della didattica uno dei suoi tratti
caratterizzanti. Da qui la scelta l’anno scorso di aprire un percorso di seminari autogestiti sulla transizione
post-fordista
(all’interno di un più ampio ciclo di seminari sull’innovazione insieme ai collettivi C38 e Casseur)
attraverso cui abbiamo creato, in via del tutto sperimentale, un vero momento di autoformazione in cui gli
stessi studenti sono diventati i relatori.


Quest’anno, nella stessa ottica di autoformazione, partirà il progetto di controesposizione delle tesi di laurea,
che fra l’altro da poco tempo nella nostra facoltà sono state eliminate. In effetti, ciò che è stato eliminato era
ormai una buffonata, in quanto l’esposizione della tesi, prima della sua totale eliminazione, era rimasta un
momento privo di reale possibilità di espressione e condivisione dell’unico sapere critico e personale.

L’intento è di creare un momento in cui diverse persone possano esporre la propria tesi, partendo dalle
persone che in un modo o nell’altro hanno condiviso questo percorso o che comunque condividono
quest’approccio critico al sapere. Il primo momento di “controesposizione collettiva” avverrà in due puntate
durante la seconda e terza settimana di aprile. L’aula C, già contenitore fisico delle tesi di laurea (Progetto *teca), diventerà contenitore anche in senso metafisico del sapere che da quelle tesi si emanerà. Il presupposto è quello di
poter allargare il progetto a chi vorrà sperimentare insieme a noi questo bizzarro percorso di autoformazione.

Programma del primo round di contro-esposizioni

Vi aspettiamo numeranti e desiderosi!

Ricordate: l’occasione fa l’uomo saggio. 

Contro il “Degrado” scateniamo la grandine!

Sono le 2.30.Circa.

Gli orologi, si sa, sono un capo di abbigliamento. Ognuno lo porta a modo suo. Ognuno decide il proprio tempo (io ad esempio, sono 5 minuti indietro, a prescindere!).

In piazza V., pieno centro di B. si attardano i giovani in cerca di un sollievo dalle fatiche Pasquali.

Tra le chiacchiere amichevoli, musica, qualche birra e un amaro (ce lo metto io!), il bar rimane aperto per dare la possibilità a tutt* di consumare il loro vino quotidiano (e poichè come insegna il Santo, i Buoni vengono sempre ricompensati, ovviamente per tirare su molta carta che non puzza).

Arriva una volante della Polizia. Un centinaio di teste si gira a guardare gli Agenti Dell’Ordine Costituito che scendono dalla loro macchina e spariscono all’interno del locale.

Poi si rigirano, e il brusio di voci riprende. Apparentemente come se nulla fosse accaduto. 

Pochi secondi e la musica si zittisce. Pochi secondi sono bastati per Riportare L’Ordine.

Dove volano gli avvoltoi (del capitale)

Pubblichiamo questa interessante riflessione sulla situazione del Tibet e in generale sul governo delle minoranze:

tratto da: www.infoaut.org 

 

|14/15/16 marzo 2008| Le cronache politiche degli ultimi giorni hanno visto un concentrarsi dell’attenzione mondiale sugli altipiani tibetani. I media occidentali hanno dedicato ampio spazio alla ribellione delle popolazioni autoctone e alla conseguente repressione dei loro moti di protesta ad opera del governo centrale sotto la guida del Pcc.

L’entità degli scontri e l’estensione della rivolta sono chiari indici del peso politico e internazionale dell’attuale crisi tibetana. Come tutto quello che accade nel pianeta-Cina, le notizie sono frammentarie e sottoposte a una forte censura. Il governo centrale inizia ad ammettere un certo numero di morti ma è scontro sull’esatta entità della repressione.

Un quadro complesso

Alcuni elementi concorrono però a complessificare il quadro della semplificatoria narrazione dei "nostri" media, oltre la fabula del "lupo cattivo cinese e del cappuccetto rosso tibetano" (senza nulla togliere al diritto all’autodeterminazione del popolo tibetano e la gravità della repressione militare).
Gli scontri partono subito dopo il tentativo da parte cinese di impedire lo svolgimento di una pacifica marcia di monaci in direzione Pechino per utilizzare politicamente la vetrina offerta alla causa tibetana dall’attuale edizione delle Olimpiadi.
Le forme della protesta sono subito molto radicali e assumono tendenze che ricordano molto da vicino i riots metropolitani dove si sovrappongono le linee della classe e del colore.
Fin dall’invasione il governo centrale cinese ha proceduto ad una politica di sinizzazione (dell’etnia Han) a danno degli autoctoni. Gli effetti della politica di popolamento hanno però subito drastiche accelerazioni negli ultimi 15 anni di politica economica improntata allo sviluppo capitalistico a grandi tappe: costruzione di interi quartieri a maggioranza cinese, ineguale sviluppo economico-sociale tra le 2 etnie, grandi opere infrastruturali, modernizzazione urbanistica, disequilibrio demografico.
A questo livello la vecchia questione nazionale incontra gli esiti non controllabili dello sviluppo capitalistico e della modernità in salsa cinese.
Attestare un’analisi al solo livello "politico-culturale" non basta.
I giovani sono il motore della rivolta e rinnegano ampiamente i metodi non-violenti del loro capo spirituale. Le dichiarazioni del Dalai Lama rendono evidente la difficoltà di gestione politica di una protesta che eccede il protocollo del pacifismo lamaista.