Posts by antifa

La panza che avanza…anche questa è militanza!

Sabato 5 Aprile. "Fuori dal Comune" 

E’ stata veramente una giornata speciale, che mi ha fatto ricordare
quanta energia, voglia e forza siamo capaci di esprimere quando stiamo
in compagnia, soprattutto in "cattiva" compagnia!

Quindi scusate da subito per questo post da quindicenne, pieno di gioia, allegria, energia, che di questi tempi sono scambiate a kili d’oro, prodotti rari in un’economia di tristezza e rigore.

Scusate ancora se ho lasciato per una volta a margine la politica, che pure è per me e per tanti così importante, che riesce anche, come in questo caso, a tirare fuori questa energia, nonostante i formalismi, lo sconforto delle "sconfitte", la tristezza delle lotte intestine, la rabbia per tutto quello che siamo costretti a subire quotidianamente.

Ma in fondo è proprio questa forza, questa energia che ci viene dal non essere soli nel nostro cammino ad essere la base di qualsiasi azione di trasformazione.

   

Come annunciato, ci siamo ritrovati insieme ai ragazzi (giovani e meno giovani) dei centri sociali: Xm24, Vag, Crash!, Tpo…un po’ tutti erano presenti.

A-R>08: Film della settimana>Old Boy

Riprende l’Anti-Rassegna dopo un mese in cui tra gozzivigli pasqualeschi ed esposizioni di tesi di carne ne stiamo mettendo al fuoco!

Venerdì 11 Aprile, come sempre in Aula C verso le 17, un momento di relax prima della primavera (tanto attesa!) che si annuncia di lotta antifascista!

OLDBOY di Chan-Wook Park (2003)

 

“Ridi, e tutto il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo”.

Oh Dae-su, businessman di Seul, viene rapito e rinchiuso in una stanza da letto per quindici anni, ignaro di chi sia il suo carceriere e del motivo che lo ha spinto a tanto odio nei suoi confronti. Uscito dalla straziante prigionia subita, forgiato da quindici anni di aggressività repressa, deumanizzazione, isolamento, sete di vendetta e bruciante curiosità, non faticherà a rintracciare il suo aguzzino perché sarà proprio lui a farsi trovare, ribaltando i termini del loro rapporto e divenendo egli stesso da inseguito inseguitore, pedinando Dae-su mentre egli tenta in tutti i modi di scoprire una verità sempre più contorta.

Dopo aver vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2004, Oldboy è balzato alle cronache per alcune memorabili scene di violenza e tortura che hanno scioccato il pubblico di mezzo mondo. Ma la potenza visiva e filmica di Oldboy non è data dal mero contenuto di ciò che viene messo in scena, bensì dalla profondità umana dei personaggi e dalla capacità di metterne a nudo il cuore. E’ un film che parla di vendetta bilanciando magistralmente humor nero, violenza, dramma e blitz emozionali di ogni tipo. E’ a suo modo una riflessione sulla punizione, la colpa, l’espiazione, il senso di giustizia e il destino.


L’accurata interazione tra i personaggi fa emergere l’idea di vendetta come una droga che si impossessa del corpo e obnubila la mente. Il bisogno istintivo di vendicarsi del proprio aggressore crea un circolo vizioso di assuefazione, e Oldboy ritrae questa dipendenza nel modo più cinematograficamente elegante e penetrante possibile.
La delicata bellezza di Oldboy non è infatti in contrapposizione all’estrema crudezza delle immagini, bensì l’emanazione diretta della sua soffocante angoscia. Come un fiore annaffiato col sangue.

 

VENERDI’ PROSSIMO _18 APRILE_  ANTIRASSEGNA PRESENTA:
DELICATESSEN – Regia di Caro/Jeunet, 1991

Un bel mangiar non fu (e non sarà) mai scritto!

Il 13 Marzo l’Officina dei Media Autogestiti Vag61 riceveva l’ennesimo attacco da parte del Comune di Bologna, condito questa volta da una incredibile multa.

Nei mesi precedenti, anche il Laboratorio Crash! aveva subito una pesante minaccia alla sua stessa esistenza con una sentenza della magistratura che ne richiedeva il sequestro preventivo (legge usata per confisca dei beni alla mafia!).

Questi ultimi eventi completano il quadro della volontà di cancellare le esperienze autogestite bolognesi, cominciato con lo sgombero del Livello 57, proseguito con lo sgombero dell’esperienza di autorecupero a scopo abitativo di Casa Bresci, dell’occupazione di Via Stalingrado 86 del collettivo Open The Space e con gli sgomberi delle case occupate da M.a.o. e Passpartout avvenuti questo inverno in successione ravvicinata.

Il Coordinamento dei Centri Sociali bolognesi ha cominciato a rispondere con l’occupazione dell’Assessorato alle politiche giovanili dell’assessore Patullo (PdCI).

Il Laboratorio Crash ha promosso poi una conferenza stampa sotto il comune

Sabato 5 Aprile continua la mobilitazione promossa dal Coordinamento dei Centri Sociali bolognesi, in solidarietà al Vag61, con una Riappropriazione Culinaria di P.za Maggiore.

 


Come aula autogestita ci sentiamo complici e solidali con le realtà che hanno e stanno subendo duri attacchi alla loro esistenza basata sull’autogestione come pratica quotidiana per uscire dalla guerra dei tutti contro tutti imposta dalle logice di mercato e di potere. Per questo trasformiamo il Pranzo Sociale in Cena e ci recheremo anche noi in P.za Maggiore per portare la nostra solidarietà fumante.

 

 logo aula c

Aula_C_logoSabato 5 Aprile:

Contro ordinanze e balzelli
Autogestione
Cominciamo dai fornelli!!! 

 

La Destra a P.za Maggiore?Non credo proprio!

Via i fascisti da Bologna!

Domani venerdì 4 Aprile LaDestra-Fiamma Tricolore dovrebbe tenere un comizio elettorale in P.Za Maggiore.

Noi saremo in piazza per ribadire, se ce ne fosse bisogno, che il fascismo, mai rinnegato dalle formazioni politiche che dovrebbero parlare in una delle piazze simbolo della Resistenza, non ha e non può avere spazio, in una città come Bologna, ma in ogni luogo che dalla memoria passata voglia attingere per costruire un futuro migliore.

Di seguito segnaliamo le iniziative che sono state messe in campo dal movimento bolognese alle quali parteciperemo come sempre con la nostra attitudine ad esser soggetti auto-organizzati:

Si comicia con il presidio organizzato dall’Assemblea Antifascista Permanente: tutt* in p.za XX Settembre dalle 16.30 per dire che nessuno spazio ai fascisti può essere concesso e tollerato.

Dalle ore 17, tutt* sotto il Nettuno (p.za del Nettuno) per contrastare la presenza de LaDestra-Fiamma Tricolore. 

 

L a legge dice che hanno diritto di parlare anche i fascisti…Noi no lo crediamo!

E tu?

Presentazione del libro “Gli Arditi del Popolo”

   Giovedì 10 aprile ore 16:00
 
PRESENTAZIONE DEL LIBRO:

   “Gli ARDITI DEL POPOLO”
 LA PRIMA LOTTA ARMATA CONTRO IL FASCISMO
        (1921-1922)

La convinzione che la storia la scrivano i vincitori non può spiegare l’oblio che l’arditismo popolare ha incontrato dalla sua morte ai giorni nostri.

Sorti su iniziativa di Argo Secondari nell’estate del 1921 con l’intento di difendere le masse lavoratrici dalle azioni squadristiche dei fascisti, gli Arditi del popolo si diffondono rapidamente su quasi tutto il territorio nazionale.
Vi aderiscono migliaia di giovani e di lavoratori di varia tendenza politica, che vedono nel movimento un efficace strumento di opposizione alla violenza delle camicie nere.
                         
Sarà presente l’autore Andrea Staid 
 Trash Nazi!
"Ricordare il passato può dare origine ad intuizioni pericolose
e la società stabilita sembra temere i contenuti sovversivi della memoria"
 
 
Aula C Autogestita Bologna

Scienze Politiche Strada Maggiore 45

Lo sforzo paga: Alma Water Studiorum – Atto III


 

Contro/esposizioni di tesi

 

Questo progetto nasce all’interno del Collettivo SPA, lungo un percorso di critica al sistema universitario, al contenuto del sapere che viene insegnato.Ma soprattuto è una critica verso i metodi, verso la pedagogia universitaria, la sua unidirezionalità di comunicazione, verso la non interazione con gli studenti, verso il suo evitare ripetutamente momenti di confronto, di rielaborazione del sapere da parte di chi lo studia e quindi in sostanza di partecipazione attiva alla costruzione stessa del sapere, della memoria collettiva.
La gestione dall’alto dei piani di studio, una didattica basata essenzialmente sulla lezione frontale del docente
e sulla ricezione passiva dello studente; la somministrazione di pacchetti di nozioni frammentate e
deproblematizzate, l’esame finale come potere di certificazione dell’accettazione acritica del contenuto delle
lezioni, sono parte centrale di quel processo di esproprio e strumentalizzazione della conoscenza e delle abilità
cognitive degli studenti che fanno dell’università un’istituzione orientata alla riproduzione e alla legittimazione
dei processi di dominio ed alienazione che governano la società.


La critica politica di tale stato di cose deve vedere nella messa in discussione della didattica uno dei suoi tratti
caratterizzanti. Da qui la scelta l’anno scorso di aprire un percorso di seminari autogestiti sulla transizione
post-fordista
(all’interno di un più ampio ciclo di seminari sull’innovazione insieme ai collettivi C38 e Casseur)
attraverso cui abbiamo creato, in via del tutto sperimentale, un vero momento di autoformazione in cui gli
stessi studenti sono diventati i relatori.


Quest’anno, nella stessa ottica di autoformazione, partirà il progetto di controesposizione delle tesi di laurea,
che fra l’altro da poco tempo nella nostra facoltà sono state eliminate. In effetti, ciò che è stato eliminato era
ormai una buffonata, in quanto l’esposizione della tesi, prima della sua totale eliminazione, era rimasta un
momento privo di reale possibilità di espressione e condivisione dell’unico sapere critico e personale.

L’intento è di creare un momento in cui diverse persone possano esporre la propria tesi, partendo dalle
persone che in un modo o nell’altro hanno condiviso questo percorso o che comunque condividono
quest’approccio critico al sapere. Il primo momento di “controesposizione collettiva” avverrà in due puntate
durante la seconda e terza settimana di aprile. L’aula C, già contenitore fisico delle tesi di laurea (Progetto *teca), diventerà contenitore anche in senso metafisico del sapere che da quelle tesi si emanerà. Il presupposto è quello di
poter allargare il progetto a chi vorrà sperimentare insieme a noi questo bizzarro percorso di autoformazione.

Programma del primo round di contro-esposizioni

Vi aspettiamo numeranti e desiderosi!

Ricordate: l’occasione fa l’uomo saggio. 

Contro il “Degrado” scateniamo la grandine!

Sono le 2.30.Circa.

Gli orologi, si sa, sono un capo di abbigliamento. Ognuno lo porta a modo suo. Ognuno decide il proprio tempo (io ad esempio, sono 5 minuti indietro, a prescindere!).

In piazza V., pieno centro di B. si attardano i giovani in cerca di un sollievo dalle fatiche Pasquali.

Tra le chiacchiere amichevoli, musica, qualche birra e un amaro (ce lo metto io!), il bar rimane aperto per dare la possibilità a tutt* di consumare il loro vino quotidiano (e poichè come insegna il Santo, i Buoni vengono sempre ricompensati, ovviamente per tirare su molta carta che non puzza).

Arriva una volante della Polizia. Un centinaio di teste si gira a guardare gli Agenti Dell’Ordine Costituito che scendono dalla loro macchina e spariscono all’interno del locale.

Poi si rigirano, e il brusio di voci riprende. Apparentemente come se nulla fosse accaduto. 

Pochi secondi e la musica si zittisce. Pochi secondi sono bastati per Riportare L’Ordine.

Dove volano gli avvoltoi (del capitale)

Pubblichiamo questa interessante riflessione sulla situazione del Tibet e in generale sul governo delle minoranze:

tratto da: www.infoaut.org 

 

|14/15/16 marzo 2008| Le cronache politiche degli ultimi giorni hanno visto un concentrarsi dell’attenzione mondiale sugli altipiani tibetani. I media occidentali hanno dedicato ampio spazio alla ribellione delle popolazioni autoctone e alla conseguente repressione dei loro moti di protesta ad opera del governo centrale sotto la guida del Pcc.

L’entità degli scontri e l’estensione della rivolta sono chiari indici del peso politico e internazionale dell’attuale crisi tibetana. Come tutto quello che accade nel pianeta-Cina, le notizie sono frammentarie e sottoposte a una forte censura. Il governo centrale inizia ad ammettere un certo numero di morti ma è scontro sull’esatta entità della repressione.

Un quadro complesso

Alcuni elementi concorrono però a complessificare il quadro della semplificatoria narrazione dei "nostri" media, oltre la fabula del "lupo cattivo cinese e del cappuccetto rosso tibetano" (senza nulla togliere al diritto all’autodeterminazione del popolo tibetano e la gravità della repressione militare).
Gli scontri partono subito dopo il tentativo da parte cinese di impedire lo svolgimento di una pacifica marcia di monaci in direzione Pechino per utilizzare politicamente la vetrina offerta alla causa tibetana dall’attuale edizione delle Olimpiadi.
Le forme della protesta sono subito molto radicali e assumono tendenze che ricordano molto da vicino i riots metropolitani dove si sovrappongono le linee della classe e del colore.
Fin dall’invasione il governo centrale cinese ha proceduto ad una politica di sinizzazione (dell’etnia Han) a danno degli autoctoni. Gli effetti della politica di popolamento hanno però subito drastiche accelerazioni negli ultimi 15 anni di politica economica improntata allo sviluppo capitalistico a grandi tappe: costruzione di interi quartieri a maggioranza cinese, ineguale sviluppo economico-sociale tra le 2 etnie, grandi opere infrastruturali, modernizzazione urbanistica, disequilibrio demografico.
A questo livello la vecchia questione nazionale incontra gli esiti non controllabili dello sviluppo capitalistico e della modernità in salsa cinese.
Attestare un’analisi al solo livello "politico-culturale" non basta.
I giovani sono il motore della rivolta e rinnegano ampiamente i metodi non-violenti del loro capo spirituale. Le dichiarazioni del Dalai Lama rendono evidente la difficoltà di gestione politica di una protesta che eccede il protocollo del pacifismo lamaista.

A-R>08: Vacanza Pasquale!

Si comunica che siccome saremo occupati a devastarci, trovare i parenti, ri-ordinare le idee e raccogliere le forze per affrontare al meglio la primavera che si appresta a venire, l’Anti-Rassegna subirà una pausa di 2 incontri.

Ovvero sia il venerdi pre-Pasquale (il 21 marzo) che quello post-Pasquale (28 marzo) le proiezioni salteranno e riprenderanno insieme a tante altre iniziative da Venerdì 4 Aprile.

 Cogliamo l’occasione per fare gli auguri a Pasquale.

A-R>08: Film della Settimana: L’Ultima Donna (scheda)

L’ultima donna di Marco Ferreri (1976)

 

Sullo sfondo di un anonimo paesaggio industriale (Créteil, un sobborgo di Parigi), la storia dell’incontro tra Giovanni, ingegnere disoccupato, e Valeria, maestra d’asilo, più che un confronto tra due personalità, si rivela essere un vero e proprio scontro tra due mondi che mettendosi a nudo si scoprono a vicenda.

A più di 30 anni dalla sua uscita, il film di Marco Ferreri (Storie di Ordinaria Follia) non perde minimamente la capacità di mostrare con semplicità ed efficace chiarezza il problematico rapporto uomo-donna nella sua quotidianità.

Un invito a riflettere su un tema che troppo spesso viene banalizzato, ritenuto ormai superato o dato per scontato (soprattutto dagli uomini), ma che invece continua ad essere centrale nella vita di ogni giorno.

 

Venerdì 14 Marzo 2008 ore 17 in Aula C, SciPol – Strada Maggiore 45, Bologna